Romana Monduzzi
forse è iniziata dall’età nella fanciullezza quando scrivevo in un quaderno a quadretti grandi le mie emozioni: gioia, tristezza, rabbia…. quando piangevo, quando ero felice, quando non capivo perché gli altri non mi capivano. Ogni mia esperienza la riportavo in questo “diario emozionale” che avevo animato con la fantasia in modo che lui potesse rispondere e farsi sue le mie impressioni, le mie
angosce, i miei dubbi. Quel quadernino, tanto custodito nel cassetto del comodino nella mia camera da letto per paura che qualcuno me lo “rubasse”, non lo avrei mai fatto leggere a nessuno.Sono sempre stata legata alla mia Famiglia e questo da un lato mi ha aiutato a crescere, a
riconoscermi, a vivere serena in età adolescenziale, attingendo dal nucleo la sicurezza che mi
serviva per stare serena e studiare tranquillamente, dall’altro lato mi ha limitato perché ero più concentrata a soddisfare i loro bisogni per vederli felice che i miei.
I miei bisogni, i miei valori, i miei hobby, li ho spesso messo da parte per amore degli altri portandomi sulle spalle, incollata come un “dovere supremo” il marchio della “crocerossina ingenua” che doveva accudire tutti.Quando mi sono sposata pensavo di essere arrivata a conclusione di una gran parte della mia vita,
pensavo che diventando moglie e mamma ero arrivata ad un mio traguardo finale oltre il quale mi attendeva la libertà tanto guadagnata, ero convinta che la vita potesse solo rendermi gioia e felicità ed invece era lì che iniziava la mia avventura.
All’età adulta, dopo il divorzio da mio marito iniziai a studiare psicologia, fisica, fisica quantistica,le neuroscienze, la PNL, il Counseling, ero curiosa di imparare e di conoscere il più possibile riguardo la missione “vita”.